Quadrato semiotico della misoginia

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Squadrati apre l’anno mettendo il femminicidio in prima pagina. Cento donne uccise e mille commenti negazionisti (maschicidio) e apologetici (colpa della minigonna).
Perché è la misoginia la mamma del femminicidio: a volte manifesta, più spesso latente. Ma non lasciatevi ingannare dai poli al maschile, è pura convenzione linguistica: perché a essere misogine sono anche donne, che vittime del pregiudizio se ne fanno portatrici.

19 thoughts on “Quadrato semiotico della misoginia”

  1. I negazionisti del femminicidio non dicono che le donne non vengono uccisa, ma dicono che vengono uccise in misura minore degli uomini. Sono le statistiche a dirlo ed essi non fanno altro che riportarle. Questa non è misoginia, non è odio per le donne, ma è rispetto per entrambi i sessi allo stesso modo.

    1. Grazie per il tuo commento che ci permette di toccare un punto cruciale della questione. Non si tratta di contare il sesso delle vittime, ma di valutare i moventi. I negazionisti a cui ti riferisci tu partono da un assunto sbagliato, ignorando che il femminicidio non è semplicemente l’omicidio di una donna, ma è una vessazione/violenza/omicidio verso una donna in quanto donna, che si è ribellata/sottratta al ruolo che le viene imposto culturalmente. Non necessariamente il carnefice è un uomo, anche se sui cento casi di cronaca del 2012, in nessuno c’era un’omicida donna. Se poi andiamo a contare gli uomini uccisi con lo stesso tipo di movente (non adeguamento allo stereotipo culturale del maschio) ci si rende conto facilmente che il problema femminicidio esiste eccome. Detto ciò, se vogliamo parlare di maschicidio allora bisogna scomodare un altro termine: omofobia.

      1. Mi stai dando molti spunti e ogni riga che hai scritto si apre ad interpretazioni e approfondimenti. Io sono un sostenitore della differenza tra uomo e donna, cioè i diritti devono essere gli stessi, ma i fenomeni a cui partecipiamo o incappiamo, sono diversi. Chi nega il femminicidio non nega che un certo tipo di movente possa vedere la prevalenza di un sesso, non nega che le cause di questa ripetitività di moventi debbano essere combattutte e rimosse, però mi pare sbagliato che i media si focalizzino soltanto su un certo tipo di moventi e un solo genere come vittime, trascurando gli altri moventi per cui si può perdere la vita. Di moventi assassini che vedono gli uomini come vittime prevalenti sono tantissimi, dal suicidio alle morti bianche, ma presumo che la scelta dei casi su cui creare la notizia, sfruttino alcune differenze di sensibilità e solidarietà tra i due sessi.

  2. A proposito di linguaggio, dove la sistemereste l’ultima uscita di Berlusconi sulla sua sentenza di divorzio, a suo dire iniqua perché decisa da “tre giudchesse femministe e comuniste?

    1. Che non gli bastava colonizzare il quadrante dei fallocentrici e voleva estendersi a ovest su quello dei retrogradi (probabilmente pensa che le donne siano/debbano essere mansuete e usa “femministe” e “comuniste” per segnalare la loro emancipazione dalla volontà dell’uomo e in particolare la sua). D’altronde Berlu è una fonte inesauribile di citazioni.

  3. Reblogged this on BSIDE-ME and commented:
    Ritorna l’appuntamento con gli SQUADRATI:

    Quadrato semiotico della misoginia – Squadrati apre l’anno mettendo il femminicidio in prima pagina. Cento donne uccise e mille commenti negazionisti (maschicidio) e apologetici (colpa della minigonna). Perché è la misoginia la mamma del femminicidio: a volte manifesta, più spesso latente. Ma non lasciatevi ingannare dai poli al maschile, è pura convenzione linguistica: perché a essere misogine sono anche donne, che vittime del pregiudizio se ne fanno portatrici.

  4. Ma voi, per farvi tutto sto mazzo sesso-razzista contro il maschio, vi paga qualcuno o lo fate di vostra sponta?
    La tesi dell’uccisione della donna in quanto donna è una teoria del potere per la destabilizzazione sociale e per l’introduzione di misure emergenziali che saranno di matrice discriminatoria, andando a peggiorare nel complesso la conflittualità di genere, ottenendo, come avvenuto per esempio in Spagna, un inasprimento della violenza. Siete peraltro sottilmente violenti e illiberali quando tacciate le critiche come negazionismo, solo perché tali critiche mettono a nudo la ragione strumentale del vostro agire.
    Ci sono per esempio casi evidenti di morte per sesso, o per genere, per esempio sul lavoro, dove lungi dal parlare di introduzione forzosa di donne nelle mansioni più rischiose, si assiste a un fenomeno che tocca esclusivamente uomini, permettendoci di parlare coerentemente di morte per ruolo sociale. Non è il solo caso. Questioni di cui non tenete conto e questo è strano, sospetto, qualcosa che tradisce una coscienza viziata nell’interpretazione della fenomenologia di genere in doppio standard. Non sembra che abbiate molta cura della sofferenza e del dolore altrui, bensì solo di quello che vi permette di sostenere l’accusa anti-uomo. Che è il vostro vero fine.

    1. Ciao Roberto, innanzitutto scoraggiamo le tue trame complottistiche: non siamo parte di un progetto per la destabilizzazione sociale, né guidati da un fine strumentale per sostenere questa che tu chiami “accusa anti-uomo”. Pensa, non siamo nemmeno femministi (ma questo è un altro discorso). Inoltre non abbiamo idea di cosa sia “la fenomenologia di genere in doppio standard” né cosa significhi avere una coscienza viziata nell’interpretarla. Ci rendiamo conto che così dicendo togliamo tutta la poesia iperbolica delle tue accuse, ma crediamo siano del tutto mal indirizzate, oltre che purtroppo, al di là delle nostre capacità di comprensione.
      Ma soprattutto siamo molto dispiaciuti che tu soffra per questa accusa anti-uomo che ritieni alla base di un complotto del potere.
      Innanzitutto nel nostro quadrato non si parla di “maschi”. Volevamo invece portare l’attenzione su un tipo (o meglio, quattri tipi) di violenza che si esercita contro le donne nelle situazioni e nei toni più svariati, orientato a reprimere la donna entro i ruoli sociali che né compromettono l’emancipazione o a colpire le donne che vi si sottraggono. A esercitare questa violenza, come puoi leggere tu stesso nel quadrato, sono spesso le donne stesse. Il nostro “vero fine” è mostrare come la misoginia coinvolga uomini, donne e si nasconda anche dietro espressioni apparentemente non violente.
      Se tu pensi ci siano fenomeni di violenza paragonabile contro gli uomini, ne possiamo parlare, il quadrato non lo esclude affatto, ecco perché non capiamo la tua rabbia.

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